Il digital marketing oggi fdeve fare i conti con l'arrivo dell'intelligenza artificiale. Quando Google introdusse Adwords nel 2000, tutto veniva fatto manualmente. Col tempo, Google ha aumentato sempre più il livello di automazione nei suoi processi. Da allora, l'intelligenza artificiale ha guidato i cambiamenti che hanno prodotto una nuova generazione di Adwords, adesso chiamato Google Ads, e una nuova era nel digital marketing. La spinta verso l'IA ha molte ramificazioni, molte delle quali difficili da prevedere e quantificare esattamente. Molte agenzie di marketing “pay-per-click” si chiedono quali saranno le conseguenze per il loro business e se l’IA di Google farà loro perdere il lavoro. Anche se così non fosse, come cambieranno le cose? Ci saranno processi, come l’ottimizzazione e il reporting, che verranno gestiti dalle macchine? In un ecosistema in continuo e rapido cambiamento è facile andare in confusione.
L'apprendimento automatico dato dall’IA è ottimo per individuare correlazioni all'interno di masse di dati: l’intelligenza artificiale è molto più brava di noi umani a individuare modelli e schemi a partire da grandi insiemi di dati. La conseguenza, e il fenomeno a cui stiamo assistendo, è una crescente automazione dei compiti altamente ripetitivi e tediosi che però sono necessari per distinguere il segnale dal rumore in un insieme molto grande di dati. Il marketing, tuttavia, rimane un campo fondamentalmente umano: comunicare con altre persone, dire loro cosa puoi offrire e ispirarle ad agire, sono compiti che non si adattano bene ai talenti dell’IA. Tuttavia, proprio perché siamo in una situazione molto fluida, è importante separare i fatti dalla finzione e capire cosa sta realmente accadendo.
L'aumento di quanto Google è in grado di automatizzare spaventa molti professionisti del marketing. In passato, era il lavoro dell'agenzia capire quale fosse il target, quali parole chiave funzionavano meglio, Quali fossero i gusti del pubblico e quale fosse il miglior processo di offerta. Bisognava anche determinare le parole chiave negative e fare aggiustamenti all'offerta. Molte di queste cose sono oggi coperte dalle campagne “smart” di Google, in particolare in cui le decisioni sono una funzione dei dati statistici raccolti e analizzati. Ma anche con soluzioni "smart", esiste ancora molta gestione manuale, in particolare quando i richiede la trasmissione di un’esperienza, e creatività. I risultati migliori si raggiungono quando si trova l’equilibrio giusto tra automazione e tocco umano.