Come sbloccare la propria mente? A volte siamo noi i primi nemici di noi stessi. Sono i nostri stessi pensieri a creare il problema. Gli stoici oltre duemila anni fa avevano già capito che la nostra realtà è plasmata dal nostro modo di interpretare i fatti e dai pensieri con cui scegliamo di popolare la nostra mente. Spesso ci fa soffrire di più la reazione che abbiamo ai fatti che i fatti in sé. Non solo: ciò che determina la nostra reazione agli avvenimenti è il nostro modo di concepire e di pensare, più che la realtà oggettiva degli avvenimenti. Tant’è che persone diverse reagiscono talvolta in maniera diametralmente opposta a situazioni simili. Ad esempio, situazioni oggettivamente molto difficili vengono trasformate in grandi opportunità di vita da alcuni, ma affossano la vita di altri, che non riescono a uscire dal problema. Gli stoici professavano che non ha senso preoccuparsi di ciò che non si ha il potere di cambiare, né ha senso preoccuparsi di ciò che possiamo cambiare, visto che è sotto il nostro controllo. Ogni situazione può essere riformulata e, mettendola sotto una luce diversa, possiamo cambiare i suoi connotati e così anche la nostra reazione. Riformulare la realtà può sbloccare la mente e permetterci di fare ciò che prima era impensabile.
Un teologo americano, Reinhold Niebuhr, scrisse una preghiera che in veste diversa esprime lo stesso concetto di fondo degli stoici: “Dio, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare e la saggezza per distinguere le une dalle altre”.
La sostanza è la stessa: molte delle nostre sofferenze possono essere evitate semplicemente cambiando le nostre aspettative e il nostro modo di interpretare ciò che accade. Allo stesso modo, molte situazioni possono diventare delle opportunità se solo riusciamo a guardarle con la giusta prospettiva.
Immagina di essere seduto tranquillo a leggere in un bar e un gruppo di persone entra e comincia a festeggiare rumorosamente. Ti darà fastidio, ti rovinerà il momento, ti farà guardare di sbieco e con risentimento quel gruppo di persone felici che festeggiano. Magari ti alzerai lamentandoti tra i denti e te ne andrai frustrato. Ma se invece provassi a riformulare la situazione potresti evitare di rovinarti il pomeriggio per niente. Potresti notare che il gruppo sta festeggiando una laurea. Sono felici e si congratulano con il loro amico che ha conseguito un importante obiettivo. Fanno bene a festeggiare; in effetti, anche tu sei felice per loro. Se quello è il tuo sentimento, ti verrà molto più naturale accogliere il rumore di fondo e continuare a leggere il tuo libro.
Questo è un esempio molto semplice, ma lo stesso principio può essere applicato anche a situazioni molto più grandi e molto più drammatiche.
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